La parabola di F.J. Haass il santo medico di Mosca

 

F.J. Haass (1780-1853) nasce a Münstereifel (Colonia) in Germania e dopo aver concluso gli studi di medicina  e oftalmologia è chiamato in Russia ad esercitare la professione di medico presso una famiglia nobile russa. Comincia così  il suo servizio  di medico a Mosca, dove riscuote subito successo e viene nominato medico principale della città. Sin dall’inizio cura i più poveri gratuitamente, ma sarà quando verrà nominato medico primario delle prigioni di Mosca che la sua vita cambierà, dedicandosi in modo caritatevole, disinteressato e fecondo, a più di 220.000 prigionieri ed esiliati in Siberia. Per tale motivo verrà chiamato “il santo medico di Mosca”. Per le sue opere  a favore dei carcerati, degli esiliati in Siberia e delle loro famiglie non ha remore ad impetrare la loro causa presso soldati, ufficiali, principi, generali, governatori di Mosca e persino presso lo Tzar, passando a detta di molti per un “esagerato filantropo”. F.J. Haass collabora con autorità dello stato  favorevoli ed ostili al suo operato, che concretizza propugnando una sorta di riforma giudiziaria e carceraria.  Lavora insieme a sacerdoti e laici della chiesa ortodossa e presso il Comitato di tutela delle prigioni di Mosca stringe amicizia con il Metropolita Filaret (Drozdov), canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa. Insieme a loro aiuta tutti, senza distinzione di ceto, razza o religione. Tutto questo non è semplice, se si considera il periodo storico in cui vive, ma il dottor Haass continua a farlo fino alla sua morte.

Rimane cattolico fervente fino alla fine e nello stesso tempo fa propri i valori più luminosi della tradizione bizantina russa. A Mosca il suo nome diventa Fëdor Petrovič Gaaz.

La sua vita è costellata di aneddoti riportati dalle biografie  russe che lo riguardano. La sua parabola è entrata nella leggenda metropolitana di Mosca e nella letteratura russa a partire da F. Dostoevskij per arrivare a M. Gorkij, A. Gercen, A. Solženicyn ed al cantautore Bulat Okudžava. La sua fama di santità è ancora oggi molto viva, dopo più di 150 anni, fra cattolici ed ortodossi ed è in corso la sua causa di beatificazione nella Arcidiocesi di Köln (Germania) dal 1998.

Haass scrive per i suoi fratelli carcerati ed esiliati, in un libretto, L’ABC del Galateo cristiano, preparato e scritto da lui appositamente per loro e che dava in mano a chi sapeva leggere affinché, lungo il viaggio di migliaia di chilometri a piedi verso la Siberia, lo leggesse agli altri durante la sosta: “Quando Dio creò l’uomo a immagine e somiglianza lo fece in modo tale che anche l’amore per l’uomo fosse simile all’amore per Dio”.

F.J. Haass: un esempio visibile della carità, un uomo Europeo che ci dice che le radici cristiane dell’Europa e il ricordo vivo del Cristo Risorto in queste terre, non pretendono necessariamente ad una primogenitura ma lasciano ben sperare ancora nelle straordinarie capacità dell’uomo di costruire un’Europa e un mondo più giusti.